La sfida italiana ad AI e Quantum Computing
Intelligenza Artificiale e Quantum Computing. Queste le sfide tecnologiche che si prospettano nei prossimi anni. Sfide che vedono l’Italia e l’Europa in prima fila e all’avanguardia, in entrambi i fronti.
Sarà infatti italiana una delle prime AI Factory in Europa. Il progetto IT4LIA AI Factory con sede a Bologna è stato selezionato dalla Commissione Europea, ottenendo un finanziamento di circa 430 milioni di euro da parte di EuroHPC, l’Impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni nata per mettere in comune le risorse e gli sforzi a livello europeo per sviluppare un’infrastruttura di supercalcolo paneuropea e sostenere le attività di ricerca e innovazione.
Il progetto prevede la realizzazione di un supercomputer avanzato e ottimizzato per l’AI che verrà installato nel Tecnopolo di Bologna, nella «Data Valley» dell’Emilia-Romagna, che già ospita il supercomputer Leonardo, al momento nono al mondo per potenza di calcolo. All’iniziativa partecipano anche altre Istituzioni e enti nazionali, tra cui il Centro Nazionale Icsc. Cineca, in consorzio con Austria e Slovenia, sarà l‘hosting entity responsabile dell’implementazione del supercomputer e della gestione delle infrastrutture correlate.
Per quanto riguarda la ricerca nel campo dell’informatica quantistica, invece, spicca il lavoro della startup italiana Planckian, nata come spin-off dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore.
Uno dei maggiori ostacoli nello sviluppo dei futuri grandi computer quantistici a superconduttore è il cablaggio delle connessioni che vengono usate per controllare i qubit all’interno dei chip.
Dovendo lavorare queste macchine a temperature vicine allo zero assoluto, quindi a circa meno 270 gradi centigradi, la presenza di un cospicuo numero di connessioni potrebbe disturbare il processo di raffreddamento, limitando così lo sviluppo di chip più potenti, oltre a far lievitare il costo generale dal momento che un cablaggio complesso potrebbe arrivare a costare complessivamente milioni di euro.
Grazie a un cambio di paradigma la nuova soluzione proposta dalla società italiana, già in grado di poter operare su decine di qubit con appena tre linee di controllo, potrebbe aprire le porte a un nuovo approccio per realizzare di chip quantistici facilmente scalabili, dunque molto più potenti ed economici di quelli attuali.